Il Paese

Moggiona: la Storia

Le origini: il paese di Moggiona sorge su uno sperone roccioso al centro di una piccola valle chiusa, a circa  700 metri sul livello del mare. Probabilmente le sue origini sono analoghe a quelle degli insediamenti di sommità di epoca preromana, caratteristici abitati d'altura posti lungo le vie di comunicazione e a difesa dei pascoli di montagna1. I resti di uno di questi centri, quello di Poggio Tondo2, sono stati scoperti a pochi chilometri da Moggiona lungo un'antica via che da Pratovecchio conduce verso il crinale appenninico. Un'altra antica via di comunicazione è quella che dal fondovalle risale il corso del torrente Sova, che nasce ai piedi del paese. Numerosi sono nella valle della Sova, come in altre parti del Casentino, i toponimi di origine etrusca: Sparena, Lierna, Avena, Bucena. Lo stesso Moggiona sembra derivare da un nome etrusco di persona3.

Moggiona - il nucleo storico
Il centro storico del paese

I primi documenti:
  Le prime notizie certe su Moggiona risalgono all'anno 842 d.C. : il vescovo d'Arezzo Pietro I istituisce la Canonica aretina e la dota di alcuni possedimenti, fra i quali la piccola corte ad Moionam, retta da un certo Urso. Negli anni successivi questa donazione fu confermata più volte: in un diploma firmato nel duomo di Arezzo da Ugo e Lotario, re d'Italia, in data 14 marzo 933; ed in un diploma del 10 maggio 963, firmato da Ottone il Grande. Grazie a questi documenti Moggiona può vantare il primato di essere il paese del Casentino con le  reminescenze storiche più vetuste4. Documenti successivi dei primi anni del XI secolo attestano il possesso di beni e diritti sul paese ai monaci di Badia Prataglia.

Moggiona e Camaldoli: nel 1012 il monaco ravennate San Romualdo fonda, a pochi chilometri da Moggiona, l'Eremo di Camaldoli. Da questo momento in poi la storia del paese rimane legata a quella di Camaldoli e dell'ordine Camaldolese. Già nel 1073 il Preposto della Canonica di Arezzo concede agli eremiti di riscuotere a Moggiona, come tributo, le decime del pane, del vino e degli ortaggi. Nel XII secolo i Camaldolesi acquistano il paese dalla Canonica, e successive donazioni da parte di fedeli accrescono i possedimenti degli eremiti nella zona. Anche i Conti Guidi di Romena vantano in quegli anni diritti sul paese, ma vi rinunciano nel 1146, in cambio del pagamento da parte degli eremiti di una tassa annuale (un tributo che ancora risulta pagato due secoli dopo, nel 1346!). L'ultima, definitiva, rinuncia dei conti Guidi a Moggiona risale al 1368.

Lo Stemma di Moggiona Stemma su Libro de Partiti e FattiStemma Pro Loco
Lo stemma di Moggiona: a sinistra, scolpito nel seicentesco altare della Madonna nella
Chiesa del paese; al centro, così come appare sulla copertina del "Libro dei partiti e fatti
del Comune di Moggiona di Camaldoli" (1572); a destra la versione utilizzata come proprio
simbolo dalla Pro Loco Moggiona.


Il Comune di Moggiona e la Contea: Nel 1269 la comunità di Moggiona, su istigazione dei monaci Camaldolesi, si dota di un proprio ordinamento (questo primo statuto è stato recentemente ritrovato nella biblioteca del Monastero di Camaldoli). Dopo essere stati presi sotto protezione dal comune di Arezzo all'inizio del XIV secolo,  nel 1382 l'Eremo di Camaldoli e gli uomini di Moggiona si affidano alla Repubblica Fiorentina: il 20 ottobre il parlamento del paese, riunito in assemblea nella chiesa, approva un nuovo statuto5, che viene poi ratificato il 22 novembre a Firenze dalle autorità della Repubblica. Per l'occasione paese ed Eremo vengono presi sotto protezione perpetua da Firenze, sottostando l'accordo ad una serie di capitolazioni6. Grazie all'accomandigia fiorentina il territorio sotto il controllo dei Camaldolesi (che include, oltre a Moggiona, il centro abitato di Badia Prataglia) gode di una serie di autonomie ed esenzioni fiscali. Col passare degli anni il priore generale dell'ordine assume il titolo di conte e la stessa amministrazione della giustizia, prima affidata al podestà di Bibbiena, passa al cancelliere dei monaci. Intorno al 1645 viene istituita la Compagnia del Santissimo Sacramento di Moggiona, una compagnia di laici che tuttora esiste. La contea viene infine sciolta, insieme a molte altre vestigia del feudalesimo in Toscana, dal Granduca Pietro Leopoldo: il 2 Settembre 1776 Moggiona ed il suo territorio vengono aggregati alla comunità di Bibbiena. Passerà poi alla Comunità di Poppi il 1o Novembre 1778: come si legge nell'atto granducale, questo avviene non tanto per la vicinanza, come ancora per una maggiore facilità di accesso al nuovo capoluogo. Da allora Moggiona ed il suo territorio fanno parte del Comune di Poppi (con una breve parentesi durante l'occupazione napoleonica, in cui Moggiona viene di nuovo assegnata alla Mairie di Bibbiena). Numerosi documenti su Moggiona relativi al periodo dal XVI al XVIII secolo sono conservati all'Archivio di Stato di Firenze (alcuni di questi sono disponibili online grazie al lavoro del Circolo di Studio Fidelitas Moggio, finanziato dalla Provincia di Arezzo nel 2006; il lavoro del Circolo si è concluso con la realizzazione dell'elaborato Nuovi Contributi per la Conoscenza della Storia di Moggiona, i cui punti più interessanti sono riassunti qui).

Moggiona nel 1788
Moggiona nel 1788: "luogo principale della soppressa contea di Moggiona,
ora poverissimo e semidiruto".
Particolare dalla "Veduta delle Alpi di Camaldoli e di
Moggiona dalla parte della Sova nel Casentino" (
da "Raccolta delle principali vedute
degli Ap­pennini del Mugello, Casentino
e Romagna o
sservati dai punti più favorevoli
dalla parte del Mare Mediterraneo, dall'opposta d
ell'Adriatico", 1788-1799).

L'economia nel 1800 ed il mestiere del Bigonaio: Probabilmente con la soppressione della Contea le condizioni economiche di Moggiona e dei suoi abitanti peggiorano. In una stampa della fine del XVIII secolo la legenda descrive il paese come "luogo principale della soppressa contea di Moggiona, ora poverissimo e semidiruto". Nel 1833 il Repetti scrive che "gli abitanti di Moggiona traggono una misera sussistenza dai lavori di faggio per barili, bigonce ed altri utensili [...]".  Sicuramente è questa del bigonaio una delle attività principali del paese: gli artigiani di Moggiona non solo costruiscono barili e bigoni (recipienti per il trasporto delle uve) ma si occupano anche della loro manutenzione, recandosi periodicamente nelle fattorie del Chianti. Moggiona diventa rinomata nella zona per la sua attività artigianale e questo porta forse ad un miglioramento delle condizioni del paese, almeno rispetto a quelle di altri piccoli centri del Casentino che si basano solo su agricoltura e pastorizia. Contadini e pastori non mancano comunque a Moggiona, e numerose sono le persone che si trasferiscono in Maremma in inverno per la transumanza.

Moggiona nel 1983
Moggiona in un disegno tratto dalla "Guida illustrata di
Camaldoli e suoi dintorni" di Ranieri Agostini, 1893.


Le Guerre Mondiali: Nella prima metà del XX secolo Moggiona paga un pesante tributo in vite umane. Nel conflitto del 1915-1918 ben 13 sono i soldati caduti (ai quali se ne aggiunge un altro morto in Libia durante la guerra con la Turchia del 1911-1912).  Nel secondo conflitto sono 5 i militari caduti o dispersi, ma più atroce è il bilancio delle vittime civili: il 26 agosto 1944 la maggior parte degli abitanti viene fatta sfollare dal paese, che si trova a pochi passi dalla linea di difesa tedesca, la Linea Gotica. Le poche persone rimaste subiranno l'indicibile violenza del 7 Settembre: 18 persone (in maggioranza anziani, donne e bambini) vengono uccise inspiegabilmente in una sola notte. Altri 4 civili perdono la vita in seguito al passaggio del fronte (una pagina apposita è dedicata alla memoria dei fatti del 7 Settembre 1944). Altre due persone originarie di Moggiona, il Maresciallo dei Carabinieri Angelo Ballerini e suo figlio Danilo, si distingueranno nella lotta partigiana nel Cuneese, perdendo la vita l'uno per le sevizie dei carcerieri, l'altro in combattimento.

Moggiona nel 1937
Moggiona in una cartolina del 1937.

La Storia Recente:
Nel dopoguerra, con la ricostruzione, il paese incomincia a dotarsi delle prime comodità moderne. Agli anni '50 risale la costruzione dell'acquedotto: mentre prima gli abitanti attingevano alla vecchia fonte del paese ora l'acqua corrente arriva in ogni casa. Purtroppo il progresso porta anche l'invenzione delle materie plastiche, che determinano, alla fine degli anni '60, la fine del vecchio mestiere del bigonaio. Gli artigiani del paese dovettero riconvertire la loro abilità prima nella costruzione di oggetti di arredamento e poi di mobili. Come tutti i piccoli centri di campagna e montagna, Moggiona è poi colpita da un forte spopolamento, che porta a dimezzarne la popolazione in poco più di un ventennio. Il paese rimane comunque vitale: a partire dagli anni 70 è attiva un'associazione di volontari, che organizza prima la Sagra delle Brici e poi la Festa del Fungo Porcino. L'attuale Pro Loco è l'erede di queste attività iniziate più di trent'anni or sono. Infine ricordiamo nella storia recente un anno particolare, il 1993: in quest'anno viene istituito il Parco Nazionali delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, al cui interno il paese viene a trovarsi; il 17 settembre dello stesso anno, inoltre, Moggiona riceve la gradita visita di Sua Santità Papa Giovanni Paolo II, durante un suo viaggio all'Eremo di Camaldoli.

Il Papa in visita a Moggiona
Papa Giovanni Paolo II saluta i fedeli lungo il viale
della rimembranza (17 Settembre 1993)


Le informazioni riportate in questa pagina sono state in larga parte tratte dal libro "Moggiona" di Danilo Tassini, edito dalla Pro Loco. Il libro è in vendita al prezzo di 15 euro (10 euro per i soci). Abbiamo inoltre consultato:
  1. Casentino - guida storico ambientale, G. Caselli, 2003, Editrice le Balze.
  2. Profilo di una valle attraverso l'archeologia - il Casentino dalla Preistoria al Medioevo, a cura del Gruppo Archeologico Casentinese, 1999, Comunità Montana del Casentino.
  3. Toponomastica della Valle dell'Arno, Silvio Pieri, 1919, Reale Accademia dei Lincei, Roma.
  4. Illustrazione critica e descrizione del Casentino, Abate Pietro Porcellotti, 1865, Tip. All'Insegna di S. Antonino, Firenze.
  5. Statuto del Comune di Moggiona. Lo statuto è stato pubblicato nel 1982 da un Comitato paesano appositamente costituitosi. Per finanziarne la pubblicazione, fu organizzata la prima Festa del Fungo Porcino.
  6. Statuto di Moggiona e documenti annessi (fine 1268-inizi 1269). Pierluigi Licciardello & Gian Paolo G. Scharf, Archivio Storico Italiano, Anno CLXV (2007), N. 611 - Disp. I (gennaio-marzo).
  7. Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, E. Repetti, 1833-1845. Il Dizionario è consultabile on-line grazie al Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell'Università degli Studi di Siena. Le capitolazioni del 1382, così come altre informazioni sulla storia del paese, possono essere lette sulla scheda relativa a Moggiona.
Cartolina anni 60 - vista da Ovest
Vista da ovest del paese, ripresa da una vecchia cartolina degli anni 60.


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