Novità

  Roselli Jole e la figlioletta Luigina
ne: Casentino 2000, il mensile per conoscere e vivere il Casentino.

anno XXI - n.241 - Dicembre 2013


Una lodevole iniziativa è stata intrapresa in questi giorni dai parenti di Roselli Jole e Luigina, madre e figlia barbaramente trucidate la sera del 7 settembre 1944 sul ponte di Moggiona dai nazifascisti. È stata, infatti, finalmente posta una lapide sulla tomba delle due vittime innocenti. Questa tomba era rimasta per tanti anni orfana di qualsiasi indicazione e si rischiava la sua distruzione. Roselli Antonio, Gavazzi Giuseppina, Roselli Amalia, Roselli Iride e Roselli Maria Rosa hanno dunque posto sulla tomba del cimitero di Moggiona una bella lapide che ricorderà in maniera indelebile il crudele sacrificio di queste due giovani donne.

Ma ecco come si svolsero gli eventi in quella tremenda sera (durante la quale tante altre vite a Moggiona furono spente per sempre dalla rabbia nazifascista), così come risulta dalla deposizione del 3 ottobre 1944 rilasciata ai soldati inglesi, che conducevano l’inchiesta sulla strage di Moggiona, da Ardenna Cipriani fortunosamente sopravvissuta al fuoco tedesco: “…Circa verso le 10 di sera il tenente e il sergente vennero nella casa dove abitavamo e condussero via Roselli Jole di 34 anni, sua figlia Luigina di 10 anni, mia sorella di 4 anni e me medesima che ho 19 anni. Il tenente ci fece accompagnare da un altro soldato al secondo ponte sulla strada Moggiona – Poppi. Domandammo al soldato perché ci aveva portato qui ed egli chiamò il tenente. Il tenente venne e disse che potevamo tornare a Moggiona, ma quando arrivammo al primo ponte alcuni soldati ci fermarono; dicemmo che il tenente ci aveva dato il permesso di proseguire fino a casa, ma essi non ci lasciarono passare. Alcuni minuti dopo arrivarono il tenente e il sergente e dissero che non dovevamo avere paura di niente e nello stesso momento il sergente fece fuoco verso di noi con il suo mitra. Il colpo abbatte Roselli Jole e la sua bambina Luigina; io e la mia sorellina potemmo fuggire nell’oscurità”.

Danilo Tassini

La lapide di Iole Roselli e
                della figlia Luigina



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